LA RICONQUISTA DI PIAZZA DELLA LOGGIA E LE SUE CONSEGUENZE

UNA GRANDE MANIFESTAZIONE

Sabato 22 febbraio, a Brescia, in contemporanea con altre città (tra queste Napoli, Milano, Bologna, Padova), si è infine tenuta la seconda grande manifestazione, dopo quella del 7 dicembre 2024, contro il disegno di legge governativo noto come DDL “Sicurezza” (DDL 1660 alla Camera dei deputati, ora Atto 1236 al Senato della Repubblica).

La mobilitazione nazionale in atto dall’ autunno scorso ha visto una partecipazione ampia ed eterogenea in tutto il paese, da parte di centinaia di realtà politiche, sindacali, associative in primo luogo dell’ area della sinistra di alternativa.

Ciò ha spinto l’opposizione parlamentare a svolgere un’azione di contrasto un po’ più convinta alla legge liberticida, che era filata liscia come l’olio alla Camera, al di là del voto contrario puramente simbolico (e nemmeno compatto, considerate le numerosissime assenze alla chiamata finale) delle forze di centrosinistra.

In Senato invece sta incontrando una resistenza più dura del previsto a causa dell’ ostruzionismo messo in atto da PD e Movimento Cinque Stelle, tanto che la maggioranza governativa non esclude di far passare subito il provvedimento attraverso un decreto legge.   

LE ADESIONI

A Brescia in particolare le cittadine e i cittadini sono stati coinvolti via via grazie ad un percorso assembleare di costruzione dal basso durato mesi.

All’ appuntamento del 22 febbraio si sono così ritrovate praticamente tutte le realtà dell’ area antagonista della sinistra di alternativa  politica e sindacale a livello locale.

Hanno dato la loro adesione infatti: Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base, Sinistra anticapitalista, Collettivo Linea rossa, Associazione Italia-Cuba Bassa Bresciana, Collettivo 5.37, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, Collettivo Gardesano Autonomo, Osservatorio democratico sulle nuove destre – Azione antifascista Brescia, Confederazione Cobas, Cub Brescia, Partito Comunista Italiano, C.S. 28 Maggio, Collettivo NN, Associazione Via Milano 59, Partito dei CARC,

Ad esse si sono affiancate anche alcune realtà ambientaliste  non di Sistema (Tavolo Basta Veleni, Brescia antispecista, Presidio 9 agosto Appel, Ape Brescia, Lac – Lega per l’abolizione della caccia).

E con esse varie associazioni espressione del mondo extracomunitario presente in città (Giovani Palestinesi d’Italia Brescia, Coordinamento per la Palestina Brescia, Associazione di amicizia Italia-Palestina, Fabi -Federazione delle associazioni bresciane per l’immigrazione); gruppi studenteschi (Collettivo Onda Studentesca, Collettivo Tartaglia-Olivieri, Collettivo De Andrè, Studenti Per – UdU Brescia); strutture le più varie della società civile (Associazione Diritti per tutti, ANPI – Sezione Caduti di Piazza Rovetta, Coordinamento Democrazia Costituzionale Brescia, Assenze Ingiustificate, Brescia Pride, Ciurma Pastafariana Brescia).

Finanche due spezzoni del centrosinistra che sostiene la sindaca Castelletti a Palazzo Loggia (C.S.A. Magazzino 47 e Possibile) sono stati tra i promotori dell’ iniziativa.   

LA “QUESTIONE PIAZZA LOGGIA”

Il corteo ha visto così la partecipazione di oltre un migliaio di persone, che si sono compattate in Piazza della Loggia alle 15.30 per poi percorrere le strade principali del centro storico (via Dieci Giornate, via Verdi, via Pace) e concludere l’ itinerario di protesta a piazzale Cesare Battisti.

Il raduno iniziale a Piazza Loggia, accompagnato da una aperta rivendicazione politica e pubblica, è risultato un momento assai significativo ed ha scatenato polemiche di cui parleremo.

La piazza più nota di Brescia non è infatti un luogo qualsiasi. Qui durante il Risorgimento il popolo insorse nel 1848 e ancora più nel 1849 dando inizio alle Dieci Giornate. Qui il 28 maggio 1974 ci fu una strage provocata dai neofascisti.

Ma, a partire dal periodo della sindacatura Paroli di centrodestra (2008-2013), la piazza era stata dichiarata accessibile solo alle manifestazioni promosse direttamente dalle istituzioni.

In pratica, una “Zona Rossa” antelitteram, confermata attraverso apposite delibere dalle tre Giunte Comunali di centrosinistra susseguitesi dal 2013 a oggi.

Tutto ciò per dare agio ai servizi di ristorazione di esercitare le attività commerciali attraverso l’utilizzazione di suolo pubblico con i loro “plateatici”, senza avere mai seccature di sorta in quello che è diventato il “salotto buono” del capoluogo.

L’ affluire proprio a Piazza Loggia di centinaia e centinaia di persone  “non autorizzate” dalla Questura, che con le sue “prescrizioni” aveva seguito anche stavolta le direttive della Giunta Castelletti ingiungendo ai promotori di partire da Piazza Vittoria, ha reso quindi ancor più importante a Brescia la mobilitazione del 22 febbraio.

NECESSITA’ DI UNA LOTTA A OLTRANZA CONTRO LA LEGGE LIBERTICIDA

Abbiamo avuto occasione di parlare più volte nei mesi scorsi su questo blog del DDL “Sicurezza” e perciò rimandiamo con appositi link a fondo pagina ad altri nostri articoli che lo esaminano nei dettagli.

Qui ricordiamo in sintesi che, nei 38 articoli che lo compongono, introduce nuove sanzioni penali o inasprisce quelle già esistenti per colpire più duramente chi lotta per il diritto all’abitare, chi sciopera nel lavoro, chi si mobilita nelle scuole e università o per la giustizia climatica.

Criminalizza le persone indigenti e quelle marginalizzate.

Per le persone immigrate peggiora ulteriormente le condizioni di accoglienza e rende ancora più difficile l’ottenimento e il rinnovo dei permessi di soggiorno.

Istituisce le “Zone Rosse” che escludono dai luoghi pubblici centrali della città gli “indesiderabili” che sono soprattutto i poveri e le persone razzializzate.

Obbliga Università, enti di ricerca e pubblica amministrazione a collaborare con i servizi segreti, minacciando l’autonomia accademica e la libertà di opinione e di associazione.

L’approssimarsi della fase finale del percorso parlamentare del DDL “Sicurezza” chiama dunque ancora le organizzazioni sociali, le associazioni, i movimenti, le forze politiche e sindacali, le cittadine e i cittadini singoli, alla più ampia convergenza. Per esprimere e far pesare in forma pacifica un rifiuto forte e chiaro verso questa legge e verso la complessiva torsione autoritaria delle istituzioni.

POLEMICHE A PALAZZO LOGGIA: L’ IRA DELL’ ULTRADESTRA

La manifestazione del 22 febbraio si è svolta senza incidenti, ma ha acceso un faro anche sui problemi della libertà di espressione e del diritto di protesta in città.

Sulla scia del cartello fasciorazzista “Difendi Brescia”, che tuonava dalle sue pagine social contro la manifestazione, in una nota stampa il segretario cittadino della Lega di Brescia, Michele Maggi ha dichiarato:
Gli amici di estrema sinistra della sindaca Castelletti ancora una volta si atteggiano a padroni della città violando le direttive della Questura e il divieto di manifestare in Piazza Loggia.

Rifondazione comunista, Brescia Pride, Magazzino 47 e altre sigle di sinistra vicine alla maggioranza si sono fatte beffa del divieto di utilizzare la piazza simbolo di Brescia.

Divieto voluto dalla stessa sinistra che evidentemente lo attiva a fasi alterne acconsentendo di fatto l’uso di Piazza Loggia tramite un silenzio assenso”.

Ha continuato Maggi: “Non sfugge a nessuno peraltro la vicinanza tra alcuni esponenti della maggioranza che sostiene Laura Castelletti e le sigle dell’estrema sinistra che hanno promosso questo ennesimo presidio”.

Secondo Maggi “serve una netta presa di posizione della sindaca. Le chiediamo di far rispettare le regole dettate dalla città e dalla sua stessa maggioranza. Le parole non bastano più, saper governare significa anche realizzare i fatti”.

Il segretario cittadino della Lega ha fatto un gran minestrone, considerando Rifondazione Comunista e “altre sigle di sinistra” come “vicine alla maggioranza”.

Forse si è dimenticato che, a onor del vero, Rifondazione Comunista così come “altre sigle di sinistra” facevano parte di una coalizione che proprio alle ultime elezioni comunali aveva espresso un candidato sindaco in alternativa ai due blocchi di Sistema.

Ed anche la stragrande maggioranza delle altre organizzazioni politiche e sindacali che hanno aderito alla manifestazione niente ha a che vedere con la Giunta Castelletti e con lo schieramento che la sostiene.

Non ha tutti i torti Maggi, però, quando evidenzia indirettamente  il dato oggettivo del consigliere del Centro Sociale Magazzino 47- Francesco Catalano- che in Loggia appoggia la sindaca, mentre il Centro Sociale scende in piazza violando i divieti della sindaca.

Il gioco delle parti sta diventando mese dopo mese troppo scoperto e potrebbe creare qualche grattacapo a Castelletti.

Anche il misero fallimento, nel giorno precedente alla manifestazione, del “presidio” indetto sempre contro il DDL “Sicurezza”, ma a Largo Formentone- luogo benevolmente concesso per gli appuntamenti pubblici- da organizzazioni istituzionali pienamente allineate alla maggioranza (ANPI, CGIL, Amnesty International, Mediterranea, ecc.), che aveva visto la presenza di poche decine di fedelissimi,  deve avere un po’ impensierito la Prima Cittadina.

LA NOTA STAMPA DELLA SINDACA

Tanto è vero che nella serata del 22 febbraio, Castelletti stessa ha ritenuto opportuno intervenire.

Ha assunto il tono della vittima degli opposti estremismi:

La Lega le spara a raffica contro di me, dicendo che lascio manifestare in piazza Loggia gli antagonisti; gli antagonisti le sparano a raffica contro di me perché non li faccio manifestare in piazza Loggia”.

E ha lanciato una profezia di sventura per la città:

Le visioni estreme si scontrano su Palazzo Loggia e non annunciano nulla di positivo”.

Ha poi riepilogato dalle origini la vicenda della interdizione di Piazza Loggia, rivendicando la sua convinta e completa continuità con tutte le amministrazioni precedenti sulla possibilità della fruizione della piazza “solo per alcuni appuntamenti unitari, nei quali la città è protagonista con il patrocinio del Comune”.  

Infine, come suo solito, ha adottato la tecnica dello scaricabarile: “Maggi sa molto bene che è in capo al Ministero degli Interni, non al Comune, il controllo delle piazze durante le manifestazioni politiche. Parlare di amici o nemici è una logica assurda che non mi appartiene”.

E che vuol dire? Se la gestione dell’ ordine pubblico fosse stata demandata alla polizia locale, cosa avrebbe fatto? Avrebbe dato indicazione di disperdere con la forza i manifestanti assiepati nella piazza?

DIFFICOLTA’ ALL’ ORIZZONTE PER IL BLOCCO DI POTERE DEL CENTROSINISTRA?

Al termine di questa vicenda, si ha la sensazione che la manifestazione del 22 febbraio abbia aperto qualche contraddizione nella vita cittadina.

Una sindaca eletta col sostegno di una coalizione che dire variopinta è dire poco, che non ha una forza politica o anche solo un cenacolo di riferimento da cui farsi sostenere e difendere, che si ritrova a capo di una Giunta non molto coesa, sembra destinata ad incontrare sempre maggiori difficoltà nei tre anni e mezzo che le restano da amministrare. Considerando oltretutto che il più forte partito di detta coalizione- il PD- è sostanzialmente una confederazione di correnti.

All’ opposto, le partecipate iniziative di lotta del 7 dicembre 2024 e del 22 febbraio 2025 dimostrano che è ancora presente in città un’area di resistenza significativa al Sistema nelle sue due facce, liberale e fasciorazzista.  

Per un approfondimento sui contenuti del DDL “Sicurezza”, si vedano gli articoli già pubblicati su questo blog:

https://www.labresciadelpopolo.it/brescia-in-piazza-contro-il-ddl-sicurezza-e-lescalation-ultrafascista-del-governo-meloni/

https://www.labresciadelpopolo.it/manifestazione-anti-ddl-sicurezza-grandezza-e-miseria-della-sinistra-extraparlamentare-bresciana/

FILIPPO RONCHI