ORRENDA MANIFESTAZIONE INTERVENTISTA A BRESCIA

UNA DOMENICA POMERIGGIO A LARGO FORMENTONE

Nel pomeriggio di domenica 2 marzo, a Largo Formentone, un manipolo di militanti liberaldemocratici ha dato vita a una manifestazione, in sostanza a favore della prosecuzione a oltranza della guerra in Ucraina.

Su precisa indicazione dei promotori della mobilitazione, oltre al terribile blu elettrico a 12 stelle dell’ Unione Europea, sventolavano solo i vessilli dell’ Ucraina e bandierine inquietanti come quelle mostrate da alcune rifugiate con su scritto “Vse bude Ukraina” (“Tutto sarà Ucraina” – “Tutto andrà bene”).

ESTREMISTI DI CENTRO IN PIAZZA

L’ iniziativa era stata promossa in varie città d’ Italia dal partito degli estremisti di centro di Calenda, anticipando sul tempo quella nazionale indetta a Roma per il 15 marzo con gli stessi intenti dal quotidiano degli Elkann “la Repubblica”.

Ciò che si è visto e sentito il 2 marzo resterà una delle pagine più nere della recente storia politica bresciana.  

Dinanzi a quello che sta succedendo, la conta diventa ormai ineludibile. E anche la piazza locale ha mostrato in modo inequivocabile la mappa delle diverse posizioni.

In Largo Formentone erano presenti alla grande tutti i rappresentanti politici del centrosinistra , da quelli di Azione (Benzoni, Tomasini, Pomarici), al PD (Girelli, Cammarata), al PSI (Cinquepalmi), ad AVS (il Maestro Fenaroli).

Pure spezzoni di centrodestra si sono uniti all’ adunata, con i rappresentanti della Lista “Brescia Civica”. Il consigliere di Forza Italia ha inviato il suo messaggio di adesione.  Si sono tenuti fuori invece la Lega e Fratelli d’ Italia.

SINDACA SCONCERTANTE DEL DOPPIO STANDARD

Ma soprattutto sconcertante è risultata la presenza in prima fila della sindaca Laura Castelletti. A lei è stato riservato l’ intervento di apertura. Ha esordito annunciando che il 15 marzo sarà a Roma, anche lì in prima fila, “a rappresentare Brescia in Piazza per l’ Europa”.

Questa sindaca non è stata capace di spendere una parola di pietà per i Palestinesi e di condanna per il tentativo di genocidio a loro danno da parte degli Israeliani tuttora in atto. Ha anzi contribuito a far approvare una mozione che equipara le critiche allo Stato sionista e al suo governo ad atti di antisemitismo.

Ma il 2 marzo a Largo Formentone ha rivendicato orgogliosamente il fatto che “Brescia ha anticipato ciò che ora dice l’ Italia: il riconoscersi nei valori fondanti dell’ Europa, che sono la cittadinanza, l’ uguaglianza, la libertà, la democrazia”.

E ciò dopo che in Consiglio Comunale la scorsa settimana ha perorato, sostenuta da un voto bipartisan, l’avvio del gemellaggio di Brescia con una città ucraina.

Mentre nell’ anno e mezzo precedente della sua sindacatura non aveva voluto neppure prendere in considerazione l’ipotesi che il Comune compisse il gesto simbolico di riconoscere l’Autorità Nazionale Palestinese e Gerusalemme Est come sua capitale.

Un doppio standard divenuto insopportabile.

PROPAGANDA FILOUCRAINA

Per il resto, i contenuti degli interventi che si sono succeduti non hanno fatto altro che riproporre i temi della propaganda filoucraina da cui siamo quotidianamente martellati ad opera dell’ intero apparato massmediatico di Sistema. Essi non hanno nulla da invidiare a quelli uguali e contrari della propaganda putinista.

La storia di aggressore e aggredito, per esempio.

Al netto delle ragioni della Russia per fare la guerra, ovvero l’ espansione Nato verso Est per oltre un trentennio dopo la fine del comunismo storico novecentesco, l’ Europa “faro della democrazia” ha condotto continue guerre di aggressione dopo il 1989 . Dalla Jugoslavia all’ Iraq, dalla Libia alla Siria (fatta implodere con le sanzioni ).

Guerre cui l’ Europa ha partecipato agli ordini e per volontà degli Usa .

Quanto alla Palestina, l’ Europa dei “valori fondanti” si è limitata a qualche rimbrotto di circostanza nei confronti dell ‘ aggressore per eccellenza, e cioè Israele, sostenendolo comunque sempre concretamente con armamenti e relazioni economiche.

Europa e Usa sono divisi, ma solo ora, dalla natura Bonapartista del regime di Trump, espressione americana del cosiddetto Sovranismo e dalla Natura globalista,  dall’altra parte, della UE.

In un catastrofico disequilibrio tra le classi sociali dell ‘ Occidente, uno dei soggetti dell ‘Occidente ha scelto una strada e gli altri ne hanno scelta una diversa .

Il Bonapartismo di Trump comunque rappresenta una sfida interna alle classi dominanti o persino può significare la fine per la UE come la conosciamo e della quale non c’è niente da rimpiangere, al netto della retorica dei valori di cui tanto si è sentito parlare a Largo Formentone.

Le classi dirigenti della UE sono impegnate a difendere loro stesse e il loro ruolo, altro che l’ Ucraina o “l’ idea di Europa”, che rimane un mistero per tutti.

La storia di Putin che un giorno sta per essere sconfitto dall’ Ucraina e il giorno dopo è pronto ad avanzare fino a Lisbona è fumo negli occhi.

Von der Layen e la sua cerchia difendono solo le proprie persone e una rete di interessi capitalistici della Globalizzazione. Per questo sono pronte a togliere la libertà di opinione se diventa necessario, a fare golpe come in Romania se alle elezioni vince quello sbagliato e infine a gettarci in una guerra diretta che può portare vantaggi al loro sistema in crisi .

Altro che condanna del bullismo nello Studio Ovale di Trump.

SCAVALCAMENTO A DESTRA

A Brescia in quel brutto pomeriggio del 2 marzo si è parlato- di fatto- di guerra diretta contro la Russia.

Quanto al centrosinistra italiano così plasticamente rappresentato qui da noi dalle centurie ritrovatesi nel raduno di Largo Farmontone, vuole dare garanzie UE per la sicurezza dell’ Ucraina, cioè guerra.

E vuole concentrarsi nella lotta a Trump e Orban, cioè quelli che sono per un piano di pace . Attacca quindi oggettivamente Meloni, giudicata troppo prudente, “da destra”, per quanto paradossale ciò possa sembrare.

Sul resto a ciascuno le sue opinioni. Ma senza dimenticare che il PD è una pura emanazione del Partito Democratico USA, che ha portato alla guerra in Ucraina nel corso delle presidenze Clinton, Obama e Biden, oltreché al genocidio a Gaza.

E AVS- anche qui a Brescia- è una operazione di maquillage del PD per ottenere i voti di chi ha bisogno di una intermediazione per mandare giù il boccone del voto diretto.

Non esiste nulla di più sconvolgente che scoprire che ciò che hai sempre saputo è anche vero nel momento cruciale della scelta fra pace e guerra.

IRRESPONSABILE FANATISMO LIBERALDEMOCRATICO

La cosa grave è che questi fanatici liberaldemocratici, a Brescia come nel resto d’ Italia, vogliono prolungare il conflitto senza avere idea di come mettervi termine.

Perchè una trattativa di pace che abbia a premesse la vittoria militare sul campo dell’ Ucraina, un cambiamento di regime a Mosca, i danni di guerra accollati interamente alla Russia, la restituzione integrale di tutti i territori annessi dalla Russia stessa a partire dal febbraio 2022, se non dal 2014, l’ ingresso dell’ Ucraina nella UE e nella NATO, semplicemente non esiste.

Se gli USA mollano Zelensky e il suo regime, la guerra finirà prima, ma ci saranno ancora molti morti. Nella più ottimistica delle ipotesi. Nella più pessimistica, ci sarà un conflitto generalizzato in Europa.

A livello locale, forse sarebbe il caso di cominciare a pensare ad una ripresa delle mobilitazioni per la pace, che avevano molto caratterizzato tre anni fa la presenza delle organizzazioni della Sinistra di alternativa e il sindacalismo di base a Brescia e provincia.

FILIPPO RONCHI