LA SINDACA E I CONTI CHE NON TORNANO

Nei giorni scorsi Laura Castelletti ha reso noto il bilancio comunale del 2024.

Ha snocciolato soddisfatta, insieme all’ assessore alle Risorse Marco Garza (figura importante a livello locale del partito estremista di centro di Calenda), un sacco di numeri.

Il dato fondamentale è che l’esercizio si è chiuso con un avanzo di amministrazione di 118,1 milioni di euro.

A noi è sorta allora spontanea una domanda.

Ma come?

Da quando è sindaca (maggio 2023), di fronte ai problemi sempre più gravi che si delineavano in città, la sua risposta è stata sempre la stessa: il Comune non può farci niente, perché non ha soldi per affrontarli.

Dal rincaro dei trasporti pubblici all’ emergenza abitativa, dall’ aumento esponenziale dei poveri alle criticità ambientali e alla gestione della critica situazione dei migranti, soldi non ce n’erano. Questo per colpa dei tagli imposti ai trasferimenti statali dal Governo Meloni.  

Per cui o si ributtava la palla alle responsabilità di altri enti: Regione Lombardia (come nel caso del rincaro dei trasporti pubblici e della crisi dell’edilizia popolare), Ministero dell’ Interno (come per la questione dell’accoglienza degli extracomunitari).

Oppure si demandava- di fatto- al vescovo, alle strutture caritative della diocesi e alle società filantropiche laiche il compito di sfamare, letteralmente, le centinaia e centinaia di abitanti che a Brescia non ce la fanno più nemmeno a mettere insieme pranzo e cena.

O ancora si rinunciava a interventi ambientali sulla qualità dell’aria (a parte i mega-eventi organizzati al Teatro Borsoni) prendendosela con la Cina, l’India e gli Stati Uniti d’ America che non rispettano i protocolli internazionali.   

Adesso, invece, colpo di scena. Veniamo infatti a sapere che ci sono 67 mln di avanzo accantonato, 28,9 mln di avanzo vincolato, 19,8 mln di avanzo disponibile e 2,4 mln di avanzo destinato a investimenti.  

Ciò, come dichiarato dalla sindaca stessa: “nonostante i tagli pesanti da parte del Governo” e “grazie alla capacità amministrativa di gestire i soldi pubblici”.

Tutto sta ad intendersi su cosa significhi l’ultima affermazione.

Perché a ben 353,3 milioni di euro ammontano le entrate da tributi, da trasferimenti, da proventi della gestione dei beni comunali, da servizi, da sanzioni, dalle società partecipate e da rimborsi.

E per quanto riguarda le entrate extratributarie, la tipologia di entrata prevalente è costituita dai dividendi delle società partecipate (78,3 mln), di cui la stragrande maggioranza (75 mln) provenienti da A2A (ma a quest’ ultimo aspetto dedicheremo un approfondimento prossimamente).

Secondo la sindaca: “Siamo in grado di sostenere lo sviluppo della città e contemporaneamente continuare ad offrire servizi alle persone e penso agli anziani più deboli e più fragili, alle famiglie in difficoltà che sono sempre di più e lo sono anche i genitori separati”.

A giudicare dalla situazione generale in città non sembrerebbe proprio.

Certo, il Comune da solo non può far tutto. Ma l’ impressione è che le risorse necessarie a promuovere il benessere della comunità locale destinandole a programmi di aiuto sociale non coprano neanche lontanamente le crescenti esigenze della popolazione vulnerabile.

Eppure i danari, a quanto pare, ci sarebbero.

Il bilancio del Comune di Brescia rappresenta un piano complesso e articolato volto a garantire un utilizzo efficace delle risorse pubbliche. Le scelte fatte nel bilancio influenzano la qualità della vita dei residenti e il futuro della città.

È essenziale che il bilancio venga gestito con un forte senso di responsabilità verso i cittadini, affrontando veramente e non solo a parole le criticità evidenziate.

FRANCESCO ROVARICH