LE SMANIE CEMENTIFICATORIE DEL “PARTITO UNICO DEGLI AFFARI” E DELLA SUA GIUNTA COMUNALE A BRESCIA

ESEMPI EUROPEI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE URBANA

Leggo con stupore e un misto di incredulità un articolo del “Brescia Oggi”: “Brescia, grandi progetti al palo. E via Sostegno non si sblocca” (Eugenio Barboglio, Brescia Oggi, 01.04.2025) e ho da poco sentito via radio un’altra notizia di taglio completamente differente.

A Parigi il 23 marzo scorso si è svolto un referendum cittadino, che ha approvato con quasi il 70% degli elettori favorevoli il progetto che dovrebbe coinvolgere dalle sei alle otto vie, per ciascuno dei 20 arrondissement in cui è suddivisa la capitale, e dovrebbe portare all’eliminazione di circa 10mila parcheggi per le auto in favore di nuovi percorsi ciclabili e pedonali e questo in una città che ha già 1300 km di piste ciclabilI!

Meno auto e più verde, dunque: saranno 500 le nuove strade pedonali a Parigi che porteranno il numero totale dei cosiddetti “polmoni verdi” a quasi 700, un decimo delle strade della capitale, che si trasformano in giardini e in boschi urbani!

Le città europee, che sono modello di sostenibilità ambientale e che prendono sul serio gli impegni e l’ormai prossima scadenza del 2030, in questi anni si sono trasformate.

La Ville Lumiere è un esempio, con boschi , che ormai spuntano un po’ ovunque, persino le rotonde stradali vengono de-cementificate e diventano dei parchi, il centro della città pullula di aree verdi, magnificamente concepite con varietà floreali e colori che ricordano i giardini di Monet, alberghi per insetti, specie arboree pregiate, alberi secolari, interi boulevard sono stati chiusi al traffico diventando aree pedonali e persino di fronte a Les Halles, i vecchi mercati generali, il bosco si alterna alle fontane, con giochi d’acqua e percorsi nella “giungla” per i bambini.

LA SITUAZIONE A BRESCIA (QUELLA REALE, NON QUELLA PROPAGANDATA)

E da noi? Nella nostra città si continua a sostenere che gli spazi non ci sono e sono “costretti” ad abbattere intere aree alberate, prima di piantare: certo a volte si tratta di vegetazione spontanea, ma non per questo meno utile nella sua funzione di ombreggiare, assorbire CO₂ e gas inquinanti per restituire ossigeno, oltre che accogliere la piccola fauna selvatica; altre zone, invece, sono il frutto di progetti e piantumazioni avvenute in passato e che in ogni caso andrebbero tutelate.

Il verde già esistente costituisce un valore, anche in termini economici, piuttosto che provvedere al taglio e alla distruzione di intere aree verdi, sarebbe auspicabile curarle ed eventualmente sostituire solo occasionalmente alcune essenze, per dare una conformazione al bosco. Dove poi si rende necessario l’abbattimento, bisognerebbe provvedere immediatamente ad integrare con nuove alberature: i nostri viali e giardini sono pieni di monconi di vecchi tagli, aiuole vuote, che l’amministrazione non ha mai provveduto a sostituire.

Nella nostra città si fa fatica a chiudere il centro e permettere il solo accesso ai residenti e la petizione di un noto gruppo di cittadini bresciani attende ormai da anni!

Non sono stati affrontati i veri problemi rispetto all’utilizzo dell’automobile, sia nei quartieri, che nel centro della città e si fanno analisi poco realistiche.

Ad esempio nella recente discussione e votazione in Consiglio Comunale riguardo alla costruzione di un ascensore in Castello, consiglieri di entrambi gli schieramenti, hanno analizzato la situazione delle auto parcheggiate lungo le stradine del Colle Cidneo, come se si trattasse di un fenomeno dovuto all’affluenza di persone intenzionate a fruire del Castello. In realtà chi posteggia lì abitualmente, lo fa per recarsi a lavorare in centro storico, non potendo permettersi di lasciare l’auto nei parcheggi a pagamento per tutta la giornata e di raggiungere con altri mezzi il luogo di lavoro.

IL “PARTITO UNICO DEGLI AFFARI” A BRESCIA E’ INSAZIABILE

L’articolo del “Brescia Oggi” affronta il tema delle aree dismesse e sostiene una posizione emersa anche nell’ultima riunione della commissione urbanistica. L’amministrazione comunale, ha una propria visione riguardo alla riqualificazione delle aree urbane che attualmente non sono più adibite ad attività artigianali o industriali: si continua a pensare come unica possibilità all’edificazione, e poiché si tratta per lo più di aree private, si cerca sempre di favorire gli investimenti di imprenditori: nel caso di ristrutturazione concedendo, ad esempio, aumenti di volumetrie, o più in generale fornendo delle agevolandoli, come evidenziato nel testo. Lo stesso articolo racconta però, come questo disegno si “scontri” con le esigenze degli investitori, perché queste operazioni finalizzate ai cantieri e all’edilizia, non hanno neppure senso sul mercato. Eppure continua ad essere l’unica direzione della politica e dell’amministrazione comunale!

UN’ ALTERNATIVA AL “PARTITO UNICO DEGLI AFFARI” E’ POSSIBILE

Sono anni che si chiede di destinare al solo verde pubblico quelle aree, perché la città e i suoi abitanti ne hanno un estremo bisogno. Con un tasso di mortalità di circa 1000 decessi all’anno a causa dell’inquinamento (3 al giorno), la nostra città e la provincia detengono un triste primato. Tra le concause un clima poco salutare, che una massiva creazione di boschi e giardini nelle aree dismesse aiuterebbe senz’altro a mitigare.

“Su tutti, quello atmosferico è di gran lunga il fattore di inquinamento ambientale con il maggior impatto sulla nostra salute. I numeri del rischio. Nel territorio dell’Ats di Brescia, ad ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo di Pm10 si è registrato un aumento del rischio di infarto dell’1,3%, di ictus dell’1,2%, di ricoveri per problemi respiratori del 3,9% e di mortalità naturale pari allo 0,9%. A causa degli effetti a breve termine, in media ogni anno nella nostra Ats l’inquinamento da polveri provoca 400 decessi, 200 infarti, 165 ictus e 3900 ricoveri per malattie dell’apparato respiratorio” (A Brescia tre decessi al giorno per aria e cibo inquinati, Anna Della Moretta, GdB, 10.04.2019).

Sarebbe bene, anche considerando l’ottimo bilancio in attivo del nostro Comune, che l’Amministrazione prendesse sul serio il gravissimo problema che lega la salute pubblica all’inquinamento da polveri e gas nocivi e che rivedesse il piano di governo del territorio alla luce di questa insindacabile esigenza.

Vista la disponibilità di risorse non appare neppure tanto campato in aria un programma per l’acquisizione delle aree dismesse e la realizzazione di spazi verdi, di veri boschi urbani, fruibili dalla cittadinanza e habitat per la piccola fauna che caratterizza le aree agricole e collinari limitrofe, un corridoio faunistico, polmoni verdi, che restituiscano alla natura parte del territorio, negli anni così selvaggiamente cementificato.

SARA GIRELLI