SI CHIAMAVA TAQIL RAHAL

Il 16 luglio, moriva  Taqil Rahal, operaio del settore edilizio residente a Brescia. Era impiegato in una delle tante aziende bresciane – la Carpenwood con sede a Dello- che hanno poco più di 100 dipendenti e che stava eseguendo lavori in un cantiere in provincia di Trento.  Marito di una moglie rimasta vedova e padre di tre figli rimasti orfani.

Il ventesimo morto in provincia dall’inizio dell’ anno.  La ventesima vita spezzata.  Il ventesimo dramma familiare. 

Tutto nell’indifferenza generale di province ricche, con pochi problemi occupazionali.  

Province che non vogliono essere infastidite da questi richiami alla crudeltà del proprio sistema economico ma, forse appunto perché ricche, vogliono continuare a ignorare i problemi, fingendo che non esistano. 

La provincia di Brescia in particolare è la terza provincia industriale in Italia dietro a Milano e a Torino, ma quando si tratta di morti sul lavoro rivaleggia alla pari con la provincia di Milano. 

In Lombardia vi sono stati infatti nel 2022 e 2023 oltre 170 “morti bianche” per anno. 

La prima metà del 2024 ha visto finora 71 morti tra gennaio e maggio (erano 52 morti nei primi 4 mesi). L’anno si prospetta quindi ancor peggiore dei precedenti.  23 di questi morti sono stati nel tragitto verso casa (il problema dei decessi sul lavoro, specie femminili, si intreccia con il problema della sicurezza stradale). 

Quindi il problema va scisso in due:

1. sicurezza stradale

2. sicurezza nelle aziende. 

La quadra del primo è l’investimento in un sistema viario più sicuro che preferisca la sicurezza alla velocità di spostamento.

Il potenziamento della rete pubblica di trasporti e l’ingresso di una filosofia che privilegia la sicurezza stradale rispetto alla rapidità potrebbero essere un valido aiuto. 

Per il secondo bisogna prendere atto che il tessuto produttivo bresciano, fatto di piccole e medie aziende manifatturiere, si presta particolarmente agli “incidenti” sul lavoro rispetto ad apparati produttivi fondati maggiormente sul terziario e sulla finanziarizzazione. 

Va quindi approntata una strategia che, al di là delle soluzioni nazionali, si cali profondamente nel tessuto produttivo bresciano. 

FILOMENO VISCIDO