A PROPOSITO DI SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO: COME RIPRENDERE L’INIZIATIVA ED EVITARE DI ESSERE COMPLICI

LA CAMPAGNA DEI BANCHETTI PER INTRODURRE IL REATO DI OMICIDIO SUL LAVORO

Quante iniziative, flash-mob e banchetti  abbiamo organizzato come “Potere al Popolo!”, collaborando con i sindacati di base, in particolare l’ USB, per far conoscere e raccogliere le firme  per una Legge dello Stato che ponga fine alle centinaia di scappatoie a disposizione dei padroni per evitare le responsabilità per gli infortuni sul lavoro!

Vogliamo introdurre il reato di omicidio sul lavoro: cioè  paragonare i gravi infortuni agli incidenti stradali, in modo che scatti subito l’arresto e funzioni come deterrente, per fermare la strage di persone che ogni mattina vanno al lavoro e non sanno se ritorneranno a casa.

Sono stati, i banchetti,  un innegabile successo sul piano della visibilità̀, al punto che diverse forze politiche e sindacali anche a Brescia  hanno finito per fare propria la nostra proposta, sia pure in forma edulcorata e mediata.

LA STRAGE IMPUNITA

Ma la nostra iniziativa  non è stata sufficiente per fermare la strage che quotidianamente ormai aggiunge una vittima. Ogni grave infortunio ha la sua dinamica, la  “sua storia”, ma nel 99% dei casi  consegna “una scena del delitto” in cui si nota immediatamente che si è “voluto risparmiare” sulle norme di sicurezza e “non si sono rispettate le Leggi”.

Aspettiamo il dato ufficiale- siamo a più di 930 morti sul lavoro nel mese di settembre 2024, che potrebbero già superare i mille qualora considerassimo chi è deceduto nel tragitto casa/lavoro, ossia il cosiddetto “infortunio in itinere”, che Confindustria vorrebbe non considerare, anzi cancellare.

Se invece dovessimo considerare quali sono i motivi di morte “a causa del lavoro svolto”, si aggiungerebbe tutta una serie di malattie come le neoplasie. Arriveremmo così a circa 30 “morti di lavoro” al giorno!

L’INCONSISTENZA DEI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO MELONI

Le stragi sul lavoro sono state il fattore oggettivo che ha spinto il governo a dover prendere l’iniziativa per ben due volte durante lo scorso anno, per salvare almeno le apparenze e un minimo di decenza. Sono stati emanati però decreti di scarsissimo impatto. Viene infatti introdotto un ridicolo “obbligo di preavviso” prima che arrivi l’ispettore del lavoro in azienda! Egli oltretutto può solo limitarsi ad obbligare il padrone a “porre rimedio”, nell’ improbabile caso riscontri condizioni di criticità e pericolosità, dal momento che quest’ultimo avrà avuto tutto il tempo necessario per allestire una parvenza di regolarità negli spazi della sua impresa. E’ evidente quindi che i decreti governativi saranno destinati a mostrare la loro inconsistenza appena nuovi fatti drammatici torneranno a scuotere l’opinione pubblica.

UNA MOBILITAZIONE NON INUTILE

In questa vicenda però, non va sottovalutata come la nostra iniziativa sia riuscita ad influenzare il dibattito e ad incalzare il sistema sulla necessità di fare qualcosa per affrontare una situazione inaccettabile.

Possiamo dire che anche se nulla è veramente cambiato nei posti di lavoro, anzi, sembra però cambiata la sensibilità̀ dei media e delle forze politiche e sindacali. 

Nella proposta di legge, che l’ USB ha presentato in Senato attraverso il gruppo del M5S tramite il sen. Pirondini e altri, oltre all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro c’è un ulteriore punto che è stato poco valorizzato e cioè̀ il rafforzamento del ruolo degli RLS. Ed è proprio attorno a questo secondo punto che vorremmo riprendere l’iniziativa.

RAFFORZARE IL RUOLO DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)

Gli RLS sono già presenti in ogni luogo di lavoro, nelle grandi come nelle piccole unità produttive e costituiscono – se adeguatamente aiutati a non restare soli – un esercito di potenziali “ispettori del lavoro sul campo”, che può coadiuvare/supportare i numeri assolutamente ridicoli degli attuali organici degli Uffici ispettivi del lavoro o delle ASL , sui quali nessuno fa nulla.

Spesso ti trovi davanti a persone che chiedono maggiori garanzie e tutele per affrontare un esercizio difficile e complicato forse perché, anche nell’immaginario collettivo, la tragedia di  un infortunio mortale o grave sul lavoro tenta sempre di escludere la responsabilità oggettiva dei dirigenti preposti alla sicurezza presenti in ogni luogo di lavoro.

Come se morire sul lavoro o “il rischio sul lavoro” fosse una sorta di “ricerca del suicidio”, come cercava di convincermi un ex ispettore del lavoro ad un banchetto in città, che, anziché limitarsi a non firmare, tentava di improvvisare un comizio incomprensibile!

Gli RLS del resto non costituiscono un costo per la collettività̀ e possono operare in tutti i luoghi di lavoro del nostro Paese, dove il sistema produttivo è fatto per la gran parte di piccole e piccolissime aziende.

Mentre è impensabile, almeno al momento, avere a disposizione un organico di ispettori capaci di coprire un mondo del lavoro così frammentato, gli RLS costituiscono, insieme ai lavoratori che discutono nelle assemblee i rischi del loro lavoro, un presidio di controllo su tutto il territorio.

FORNIRE STRUMENTI ADEGUATI AGLI RLS

Ma a questo esercito bisogna fornire armi sempre più̀ adeguate per affrontare l’altrimenti impari battaglia nella guerra contro gli omicidi sul lavoro.

Il loro rafforzamento potrebbe avvenire attraverso una serie di misure che riguardano la loro formazione, l’aumento delle ore di agibilità, il rapporto con gli organi di vigilanza, ecc. ma soprattutto con l’introduzione dell’articolo 20-bis nel dlgs 81/8 sul potere di ricorrere al giudice del lavoro con le procedure d’urgenza di cui all’art.28 dello Statuto dei lavoratori.

Va detto che molti articoli del dlgs 81 in materia di RLS sono da rivitalizzare. Tra questi c’è l’art.47 che promuove una sorta di Election Day per tutti gli RLS in ogni settore. Anche questa proposta, già̀ prevista dalla legge, sarebbe di grande impatto, perché̀ l’intero Paese per un giorno sarebbe chiamato a dedicarsi effettivamente al tema, con elezioni in ogni luogo di lavoro di migliaia di rappresentanti da eleggere, secondo USB, a suffragio universale, cioè̀ senza vincoli di liste sindacali, con il classico meccanismo “tutti eleggibili, tutti elettori”, svincolandoli dall’appartenenza alle RSU ove questo fosse previsto, ed instaurando invece un rapporto diretto con assemblee vincolanti.

Dare agli RLS questa nuova centralità̀, magari prevedendo nelle unità più̀ piccole elezioni su scala territoriale (di settore), tornerebbe a dare senso all’articolo 9 dello Statuto dei lavoratori (”I lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno il diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità̀ fisica”) che deve rimanere il riferimento normativo fondante di tutta la materia.

L’ AZIONE DELL’ USB  NELLE SEDI ISTITUZIONALI

USB  è al Cnel e in quella sede ha proposto un tavolo di lavoro proprio sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il tavolo è partito su sollecitazione anche del presidente Brunetta ma, come era ovvio che fosse, ha preso direzioni assai poco in linea con gli obiettivi del sindacalismo di base.

NECESSITA’ DI UN RIPRESA DELLA LOTTA

Esiste oramai la scelta di molti – Confindustria, sindacati maggioritari, i funzionari “senza storia” appena arrivati attraverso le nuove assunzioni – a mettere in difficoltà gli stessi ispettori del lavoro. Lo vediamo, ad esempio, nel settore delle ferrovie, dove le RLS sono scadute da sei anni, e dove si vuole appaltare tutto non solo per cancellare ogni diritto acquisito, ma per obbligare a ricominciare da capo come se le conquiste degli anni passati possano essere tranquillamente cancellate “perché sono un costo”. Azzerare tutto per migliorare lo sfruttamento, aiutare il capitale a farla franca, continuare a parlare di “morti bianche” o di “tragiche fatalità”: questa è la linea del padronato pienamente sostenuta dal Governo Meloni. E d’altra parte che cosa ci si poteva attendere di diverso da simili soggetti?

C’è bisogno quindi di  tornare  alla lotta con forza e attenzione. Se il Parlamento non vorrà fare una nuova legge che aumenti le tutele dei lavoratori  introducendo il reato di omicidio sul lavoro, come del resto ha già fatto per l’incidente nautico senza in quel caso trovare particolari problemi, dovranno ancora una volta essere le lavoratrici ed i lavoratori a difendersi anche preventivamente in ogni modo possibile.

                                                 DARIO FILIPPINI