BRESCIA E LA SINDACA SOGNANTE

I VERI PROBLEMI DI UNA CITTA’ DIFFICILE

Brescia è una città attraversata da gravi problematiche ben note, che nel corso dei decenni non hanno trovato soluzione. Dalle condizioni dell’ambiente, che collocano il capoluogo tra le città più inquinate e cementificate d’ Europa, alla situazione difficilissima dell’edilizia popolare e dei trasporti pubblici. Ultimamente si sono aggiunti segnali di tensione anche sul piano della tenuta sociale complessiva. Di ciò costituiscono sintomo  i sempre più frequenti episodi di microcriminalità e le risse di strada che vedono protagonisti gruppi di giovani extracomunitari e autoctoni. E’ ciò che la stampa locale definisce “malamovida”. Per non parlare di altre criticità ben maggiori nell’ambito della sicurezza, come la massiccia infiltrazione mafiosa o la diffusione del consumo di cocaina con relativo spaccio (con il poco invidiabile primato italiano). E il costante aumento del numero di persone costrette a ricorrere alla carità privata e pubblica semplicemente per sfamarsi.  

LE SCELTE MOLTO DISCUTIBILI DELLA GIUNTA CASTELLETTI

Ebbene, da quando ha assunto, ormai quasi un anno e mezzo fa, la carica di prima cittadina, Laura Castelletti con la sua Giunta non è obbiettivamente che abbia concluso granché negli ambiti sopra elencati. Anzi, non ha combinato quasi niente. Certo, non tutte le materie di cui abbiamo detto sono di competenza dell’amministrazione comunale. Ma qualcosa in più ci si poteva aspettare a riguardo, almeno per ciò su cui l’ente locale sarebbe potuto intervenire. Invece la Giunta si è caratterizzata finora soprattutto per alcune decisioni assai discutibili assunte sotto la pressione del blocco reazionario, unica opposizione in Consiglio Comunale (leghisti, fratelli d’italia e forzisti). Ci riferiamo, ad esempio, all’ approvazione che definisce di fatto come antisemiti numerosi atteggiamenti ascrivibili piuttosto all’antisionismo. O all’ introduzione del DASPO urbano. O al pronto allineamento con la Regione Lombardia rispetto al rincaro dei biglietti del trasporto urbano. O al mantenimento del divieto di utilizzare alcune piazze del centro storico per tenere manifestazioni politiche, a meno che non siano istituzionali o di amici di chi governa la città.

LA SEDUZIONE DEL MARKETING

Ecco, di fronte a questo quadro non poco preoccupante, colpisce che la sindaca sembri aver  optato ormai per un rilancio attraverso pure operazioni di marketing. L’ ultima in ordine di tempo è stata a metà ottobre la presentazione, dal palcoscenico del Teatro Borsoni, del “brand Brescia”, definito “un potentissimo asset a beneficio di tutti”. In che cosa consista tale grande beneficio “lo si capirà meglio nel tempo”- è stato assicurato. E’ certo che la sindaca ci lavorava nella sua mente da dieci anni “per dare un carattere alla città”. Al momento si sa che si tratta di un “nuovo storytelling”, uno strumento per una “nuova narrazione” di Brescia.

La Leonessa insomma è stata trasformata in un marchio con un suo logo e una sua identità commerciale. Ciò dovrebbe renderla meglio riconoscibile nel pianeta, dandole l’opportunità di comparire più facilmente in particolare sui “radar europei”. Lo sforzo quindi si concentra sul “vendere” la città che ha- nella visione della sindaca e della sua maggioranza- come maggiore problema quello dell’incapacità “di mostrarsi accattivante”.   Andando nel concreto del mondo virtuale (se così si può dire), è stato creato un font chiamato Brescia Sans, elaborato appositamente da un designer di un’agenzia berlinese, che tutti possono usare a piacimento scaricandolo da www.brescialatuacittaeuropea.com. Il Comune ha già provveduto a crearci una serie di slogan. Essi saranno oggetto di affissione campeggiando sui muri della città, nonchè di decorazioni che abbelliranno Palazzo Loggia e alcune stazioni della metropolitana. Due fra essi, tanto per farsi un’idea: “Si sogna in grande”, “Tutto accade prima”…

QUALI PROGETTI E PER QUALE FUTURO?

Ma a Brescia, hanno spiegato gli organizzatori dell’ evento, anche la più fervida fantasia si fa realtà. Una realtà che secondo la sindaca sognante sta trovando già realizzazione in una serie di progetti in essere o in procinto di partire. Essi sono stati presentati nella seconda parte dell’evento, che altrimenti, persino al pubblico ben disposto, sarebbe apparso come una gigantesca bolla di sapone. Fra di essi i più importanti sarebbero la bonifica della Caffaro, di cui si parla dal 2013, dai tempi cioè della prima sindacatura di Del Bono, senza che finora si sia visto niente di veramente significativo. Perciò ormai non ci crede più nessuno.  L’ apertura dell’ ennesimo cantiere per realizzare l’ascensore che da Fossa Bagni porterà i visitatori del Castello “direttamente sul piazzale della locomotiva”, cui si erano opposti con fermezza gli ambientalisti locali. 69 alloggi di housing sociale a San Polino, mentre  a Brescia ci sono innumerevoli alloggi vuoti che potrebbero essere utilizzati per far fronte all’emergenza dell’ edilizia popolare senza ricorrere ad ulteriori cementificazioni. Perciò il Consiglio di Quartiere ha espresso dubbi rispetto all’ iniziativa di consumare altro suolo pubblico solo perché ci sono i soldi del PNRR. Non gli sembra una buona ragione.

In conclusione non si può non restare fortemente perplessi e critici dinanzi alla caratterizzazione che l’amministrazione del capoluogo sta assumendo via via che trascorrono i mesi.

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