A2A AMA PRESENTARSI COME SOCIETA’ FILANTROPICA, MA SOLO I POLITICI DI SISTEMA LE CREDONO

ANNUNCI TRIONFALI

Il 12 novembre 2024, a Milano, i vertici di A2A- il colosso dell’energia che detta legge anche a Brescia rispetto alle cose che contano veramente- hanno illustrato l’aggiornamento del Piano Industriale 2025-2035. Tale aggiornamento arriva già, a meno di un anno dal varo del Piano stesso, dal momento che si è registrato un ampio anticipo sui risultati attesi. Così, nello scintillante linguaggio del rutilante mondo della finanza e degli investitori internazionali, l’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini e il Capo dell’Area Strategica Lorenzo Giussani hanno potuto annunciare che A2A si trova perfettamente in linea con gli obiettivi del Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea.

Il Comune di Brescia quest’ anno incasserà 75 milioni di dividendo, ma se le proiezioni decennali saranno confermate, in un crescendo favoloso, nel 2036 si arriverà alla cifra “monstre” di 120 milioni, che andranno a costituire un terzo del bilancio comunale. E l’ascesa partirà sin dall’ anno prossimo con un incremento stimato a 78 milioni. Tutto ciò nell’ ambito di utili netti complessivi previsti a 0,7 miliardi per il 2027 e al miliardo di euro nel 2035. Perciò anche il conto totale che la partecipata verserebbe nelle casse del Comune nel corso dell’intero periodo si aggirerebbe sul miliardo di euro. Il gruppo, insomma, vive in un ottimo stato di salute, come dimostra il record di utili (713 milioni di euro) nei soli primi nove mesi di quest’ anno, che ha già superato l’intero 2023 (il quale era stato a sua volta l’anno economicamente migliore per la multiutility).  La previsione del 2024 ferma l’utile ad oltre 800 milioni e sarà distribuito tra tutti gli azionisti un dividendo di 312 milioni (+4% rispetto al 2023).

LA SINDACA ESTASIATA

Dinanzi al tripudio immaginato dai livelli apicali di A2A, con futuri investimenti di qua e di là in città e in provincia su economia circolare e transizione energetica, il commento della sindaca Castelletti- che qualcosa della sua elezione deve anche all’ appoggio discreto e non appariscente di quella gigantesca azienda- non poteva che essere entusiasta. Secondo lei, grazie ai dividendi annunciati, la città potrà «potenziare i servizi sociali, il trasporto pubblico e le attività educative ed ambientali, rispondendo così in modo efficace e puntuale alle esigenze della comunità e restituendo ai cittadini parte del valore creato dall’azienda».

Non solo. A parere della sindaca, A2A contribuirà in modo decisivo, con i suoi investimenti, a far diventare Brescia “Green Capital europea”. Un obiettivo temerario e bislacco, che però Castelletti si è messa in testa di raggiungere. Temerario considerando le bocciature solenni che su vari fronti di rilevazione arrivano da anni periodicamente dalle agenzie specializzate. Bislacco perché le criticità ambientali altissime che affliggono la città sono “merito”, per certi aspetti, proprio di A2A.

MA DA DOVE ARRIVANO I PROFITTI?

Ad ogni modo, ciò che dalla trionfale relazione tenuta dagli amministratori non è risultato molto chiaro, è a che cosa siano dovuti gli straordinari, recenti profitti dell’ azienda. C’è stato un accenno sui proventi del ciclo dei rifiuti “che viaggiano spediti in tutto il paese”. A Brescia- non a caso una delle città ai primi posti in Europa per la pessima qualità dell’aria- questo significa, in parole semplici, che il termovalorizzatore gestito dall’ A2A, fra i più grandi del Vecchio Continente, brucia 800.000 tonnellate di rifiuti urbani all’ anno, “accogliendoli” da ogni parte d’ Italia, con annesse ceneri da smaltire e polveri sottili. Da tener presente che la provincia di Brescia ne produce solo 270.000 tonnellate. Certo quindi che così gli affari per A2A vanno a gonfie vele. Ma comitati di ambientalisti chiedono da tempo, ai sindaci di Brescia e Milano, proprietari della maggioranza azionaria di A2A, lo spegnimento di una delle tre linee attualmente in funzione e la graduale riduzione della sua capacità di incenerimento, per giungere alla dismissione di questa obsoleta tecnologia secondo le direttive UE. L’annuncio fatto a Milano dai vertici della società è stato invece che l’ obiettivo sarà esattamente opposto, ossia l’ efficientamento al 100% del termovalorizzatore, rispetto al 98% attuale…

Essi hanno parlato inoltre, per spiegare la crescita straordinaria dei profitti, di variazioni positive riconducibili al calo dei prezzi dell’ energia e al contributo del comparto “energy retail”. Ecco, a tale proposito le cittadine e i cittadini di Brescia si sono accorti solo dei rincari del 100% delle bollette di elettricità e gas che, a occhio, devono aver contribuito molto al decollo strepitoso di A2A in questi ultimi tempi. Perciò centinaia di famiglie, anche per riuscire a pagare i soldi delle bollette che “creano il valore dell’ azienda” (come direbbe la sindaca Castelletti), devono risparmiare su altre voci essenziali di spesa a livello familiare, rivolgendosi magari alle associazioni caritative della chiesa cattolica per ricevere pacchi alimentari. Tutto si tiene nel Bresciano, insomma: la “crescita” iperbolica dei dividendi dell’ A2A e la graduale ma costante “crescita” della povertà. E’ anche questa, a suo modo, una sorta di “economia circolare”.

LA FIDELIZZAZIONE DEL PERSONALE

Infine nell’ incontro di Milano è stato comunicato che, alla prossima assemblea degli azionisti A2A, sarà proposto un piano di azionariato diffuso “a favore” di tutti i lavoratori del gruppo (a Brescia sono circa 2.500). L’ obiettivo è quello di promuovere il senso di appartenenza, la “fidelizzazione” verso l’ azienda e di favorire la “formazione in ambito finanziario” dei dipendenti.  Poco a che vedere quindi anche con una cogestione di tipo socialdemocratico. Ma perfino per questo progetto la sindaca, che pure ha lontane origini socialiste, ha mostrato positivo “interesse”. Secondo lei coinvolgerebbe “sempre più i dipendenti nella strategia aziendale” e costituirebbe  un’ ulteriore “testimonianza del   forte legame dell’azienda con la comunità”.

Peccato che i lavoratori, con le loro micro quote azionarie, non avranno alcuna voce in capitolo nelle scelte dell’ azienda. Non l’ hanno attualmente i due azionisti di maggioranza, ossia i Comuni di Milano e Brescia, che hanno rinunciato ad esercitare un ruolo di indirizzo e di controllo, oggi completamente assente, ed una decisiva partecipazione nella definizione delle linee strategiche dell’azienda. Figuriamoci i singoli lavoratori dipendenti, dispersi nell’ assemblea dei soci con i loro mini “pacchetti”, in parte oltretutto inizialmente “elargiti” da A2A stessa.

L’ OPPOSIZIONE ALL’ A2A LA FARANNO I TIFOSI DEL BRESCIA CALCIO?

Rispetto a questa situazione, va detto che neppure l’opposizione di Sistema rappresentata in Loggia dall’ ultradestra formata da leghisti, eredi del MSI di Almirante e nostalgici di Berlusconi ha niente di sostanziale da eccepire. La critica più “stringente” che dal Blocco reazionario viene mossa al gigante locale dell’ energia, nella fase attuale, è quella di aver sponsorizzato e concluso accordi di collaborazione commerciale con il Milan, l’ Inter e addirittura la Lazio, una delle due squadre di “Roma ladrona”, ma non con il Brescia Calcio. Scaturirà dunque forse dagli ultras della tifoseria della Leonessa, sobillati dagli  ultras della destra in Loggia, il dissenso nei confronti dello strapotere e delle scelte del colosso energetico? Di sicuro simili sceneggiate non impensieriranno i soci di A2A. Una qualche prebenda troveranno il modo di darla anche ai fan delle “rondinelle”.

DOVE VANNO I DIVIDENDI?

Oltre ai Comuni di Milano e Brescia, dalle informazioni fornite dal sito aziendale, gli azionisti di A2A che costituiscono il flottante risultano circa 76 mila, spartiti tra investitori istituzionali e retail. I primi detengono circa il 30% del capitale sociale e sono così suddivisi: 

  • 44% investitori statunitensi;
  • 21% investitori britannici;
  • 16% investitori italiani;
  • 6% investitori francesi;
  • 4% investitori tedeschi.

Tra gli investitori istituzionali che nell’ultimo periodo hanno fatto parte del capitale sociale, si possono ricordare anche grandi e famigerati fondi esteri come BlackRock, Vanguard, M&G o propaggini di banche commerciali come JPMorgan o BNP Paribas.

E’ giusto quindi ricordare che i “dividendi”, pagati con i soldi e con la qualità della salute di Bresciani e  Milanesi,  sono finiti in gran parte anche nelle tasche delle suddette entità finanziarie speculative.

IL PROGETTO PER UN’ ALTERNATIVA ALL’ A2A ATTUALE ESISTE 

“Potere al Popolo!” ritiene che l’ assetto di A2A non sia immodificabile. Ne abbiamo già parlato su questo blog (rinviamo in fondo all’ articolo per il link di riferimento). Tuttavia ci sembra opportuno ribadire le nostre idee in proposito anche in questa occasione. Sarà possibile cambiare a vantaggio degli interessi della cittadinanza la gestione dell’ azienda solo mediante una serie di interventi capaci di ri-orientarne l’attività in senso sociale.

Due sono gli essenziali provvedimenti di riforma che si potrebbero adottare nel medio e lungo periodo:

  • ricondurre in una prima fase la missione dell’ A2A ad una funzione sociale ristabilendo il ruolo di indirizzo e di controllo, attualmente latitante, da parte delle amministrazioni comunali e una decisiva partecipazione di quest’ ultime nella definizione delle linee strategiche dell’azienda tenuto conto della sua natura di società per azioni;
  • realizzare compiutamente in una seconda fase, dopo un’ attenta analisi delle modalità della complessa ma realizzabile operazione, una radicale modifica dell’orientamento sociale trasformando l’assetto giuridico di A2A in quello  di “azienda speciale” di totale proprietà pubblica.

Nel frattempo e nell’ immediato dovrebbero essere adottati i seguenti interventi:

  • utilizzare i formidabili superprofitti contabilizzati a bilancio per ridurre le bollette del gas e dell’energia elettrica che stanno mettendo in ginocchio migliaia di cittadini;
  • attrezzare l’inceneritore con un sistema innovativo  di “cattura della CO2” di cui ormai sono dotati i più evoluti impianti europei, in previsione, anche, dell’estensione dell’ETS (Emission Trading System) agli impianti di incenerimento;
  • chiudere la terza linea dell’inceneritore;
  • realizzare con il supporto e il finanziamento dell’ A2A un ampio progetto di rimboschimento e messa a dimora di alberi in tutto il perimetro della città di Brescia.

Qui di seguito, il link ad un altro articolo comparso nel nostro blog sull’ argomento:

https://www.labresciadelpopolo.it/a2a-non-solo-gender-equality-un-promemoria/

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