Sabato 29 giugno 2024 si è svolta presso l’Aeroporto di Montichiari la mobilitazione lanciata dai lavoratori iscritti all’ Unione Sindacale di Base, cui si sono uniti militanti di “Potere al Popolo!” di Brescia, attivisti del “Centro Sociale 28 Maggio” e le “Donne in cammino per la Pace”, che erano partite nella stessa mattinata da una piazza della cittadina per raggiungere lo scalo.
La protesta è nata per denunciare i loschi commerci di materiali bellici, che stanno transitando in abbondanza dal “D’Annunzio”, aeroporto civile, oltretutto declassato recentemente per opera della UE da scalo internazionale a scalo nazionale. Tuttavia, a quanto pare, sul piano internazionale possono atterrare e decollare senza problemi velivoli da trasporto carichi di “prodotti” bellici di tutti i tipi, dalle armi leggere e pesanti, alle bombe, ai razzi, ai missili, alle munizioni.
I lavoratori se ne erano resi conto quando mesi fa ne avevano scoperto uno, poi la scena si è ripetuta il 19 giugno scorso; di altri di questi aerei da carico si vocifera il prossimo arrivo.
E’ la guerra che pian piano, senza rumore, cercando di non farsi notare, arriva ovunque, anche dalle nostre parti. Se si pensa, poi, che a pochi chilometri dall’aeroporto di Montichiari, c’è la base militare di Ghedi, piena di bombe atomiche pronte da caricare, all’occorrrenza, sugli F-35 per essere sganciate in giro per il mondo, c’è da preoccuparsi molto.
Ecco dunque l’“economia di guerra” che poco a poco arriva anche nel Bresciano trasformando le vite degli abitanti. Tutto, pezzo dopo pezzo, viene mangiato da questo cancro che divora le esistenze: l’estendersi dei traffici di armi che giungono ovunque, anche negli scali civili, con il loro carico di nocività e di distruzione.
Tutto sembra avvicinarci all’ ora in cui queste armi dovranno essere usate, mentre a Montichiari addetti ad un aeroporto civile sono costretti a caricare e scaricare materiali bellici.
E’ un altro dei disastri di una politica che non vuole dire “No alla guerra!” e che quindi ogni giorno di più coinvolge uomini e donne nella guerra.
I lavoratori e le lavoratrici a Montichiari hanno voluto ricordare con la loro protesta e la loro testimonianza che la guerra porta al genocidio. E il primo genocidio oggi è quello in corso a Gaza.
Anche per questo il presidio ha esposto un grande striscione con la scritta “STOP GENOCIDIO” e la bandiera palestinese.
“Fermiamo la guerra!”, “Fermiamo il genocidio!” sono state dunque le parole d’ ordine che hanno caratterizzato la giornata di mobilitazione.
GIORGIO CREMASCHI