CASTELLETTI – A2A: STORIA DI UNA RELAZIONE TOSSICA

“GOVERNARE E’ FAR CREDERE”

Se- come scrisse Niccolò Machiavelli- “governare è far credere”, bisogna riconoscere che la sindaca di Brescia si impegna molto in questo senso.

Laura Castelletti ama presentarsi infatti per il suo impegno verso lo sviluppo sostenibile e l’innovazione urbana. Accredita la sua leadership per una visione progressista che mira a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a rendere Brescia una città più verde, tecnologicamente avanzata, socialmente inclusiva attraverso l’integrazione e la coesione sociale tra diverse comunità.

DIETRO LA MAGGIORANZA

Non è un segreto per nessuno, però, che dietro la Prima Cittadina e la sua variopinta maggioranza in Consiglio Comunale (che si estende dagli estremisti di centro dei partiti di Calenda-Renzi- Bonino fino ai Verdi Green, Europei, Attivi e alla Sinistra Italiana passando per il mosaico delle varie correnti del Partito Democratico ), sta una colossale entità politico- economica. Castelletti e i suoi ad essa devono in qualche modo rendere conto.

A2A

Si tratta della A2A. Una delle principali aziende italiane nel settore dell’energia e dei servizi ambientali. La “collaborazione” tra il Comune di Brescia e A2A ci viene presentata come fondamentale per raggiungere gli “obiettivi ambientali e di sostenibilità della città”.

A2A svolge in effetti un ruolo cruciale nella vita cittadina. Per certi aspetti ricorda la “Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio” che dal 1407 al 1797 dominò la vita della Repubblica oligarchica di Genova.

Tanto è vero che c’è mancato poco che il vice-presidente del Consiglio di Amministrazione della ditta, Giovanni Comboni (area PD), non diventasse candidato sindaco per il centrosinistra alle ultime elezioni amministrative del maggio 2023. Ma poi quello schieramento ritenne opportuno non rendere troppo sfacciata la sua dipendenza dai voleri dell’azienda. La scelta cadde dunque su una professionista della politica navigata e affidabile, qual era ed è Laura Castelletti, in Loggia dal 1991. 

LE “MISSIONI” DELL’ A2A  

E anche la A2A- come la sindaca- vuol “far credere” ai Bresciani.    

Dichiara di individuare le sue “missioni” nell’ espansione dell’uso di fonti rinnovabili come il solare e l’eolico, nell’ implementazione di sistemi avanzati di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.

Vanto dell’azienda sono in particolare i progetti, da essa sostenuti, “Smart City”, per trasformare Brescia in una “città intelligente con infrastrutture tecnologicamente avanzate” e “Mobilità Sostenibile”, per promuovere il trasporto pubblico e le soluzioni di mobilità elettrica per ridurre le emissioni.

La presunta “meravigliosa sinergia” tra la leadership di Laura Castelletti e l’esperienza di A2A, pubblicizzata quasi quotidianamente dai media locali, mira a “far credere”, appunto, che Brescia sia diventata ormai un modello di riferimento in Italia, anzi in Europa, per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione urbana.

MERAVIGLIOSE NARRAZIONI ROVINATE

Eppure, nonostante queste bellissime narrazioni, qualche incrinatura comincia a intravedersi nel muro della propaganda di Sistema.

Gruppi di ambientalisti irriducibili- non integrati cioè nei Verdi della coalizione di centrosinistra aspiranti a posti in A2A o nell’ amministrazione comunale- continuano a sollevare preoccupazioni riguardo alla trasparenza nei processi decisionali e nell’implementazione dei progetti.

Sono emersi perciò dibattiti sull’effettivo impatto ambientale di alcune delle iniziative promosse da A2A, che talvolta non raggiungono gli obiettivi di sostenibilità prefissati, talaltra vanno in direzione opposta alle dichiarazioni di principio.

In questo senso gli ambientalisti non collaborativi- diciamo così- con la Giunta Comunale ricordano come Brescia vanti il poco lusinghiero primato di avere il più grande inceneritore italiano. Gestito proprio dall’ A2A, esso brucia tra le 700.000 e le 800.000 tonnellate di rifiuti all’ anno, di cui due terzi importati da fuori provincia. E fanno presente anche come la Leonessa sia fra le “capitali europee” per l’ aria più inquinata e il conseguente numero di morti

Comincia ad essere reclamata perciò la necessità di un maggiore coinvolgimento della comunità nei progetti, per assicurare che le soluzioni proposte rispondano realmente alle esigenze dei cittadini.

UNA INCREDIBILE NOTA-STAMPA

Ecco perché, nella seconda metà di marzo 2025, Laura Castelletti ha sentito la necessità di diffondere una nota-stampa riguardo ai risultati di A2A nel 2024, resi noti dall’ azienda.

Ha esaltato il record di investimenti del Gruppo – quasi 3 miliardi di euro– “frutto di una visione lungimirante, sostenuta dal piano industriale decennale già allineato all’Agenda Draghi, che ha posto le basi per una transizione ecologica concreta, efficace e condivisa.”

Ha definito A2A “non solo uno straordinario player industriale, capace di generare valore attraverso investimenti sulle reti e sulle infrastrutture strategiche, ma anche un motore di occupazione” grazie alle“oltre 1.600 assunzioni effettuate nel 2024”.

La sindaca ha parlato pure di “un prezzo minore dell’energia per i cittadini”, che però ha visto solo lei.

Ha ricordato infine che “quest’anno il Comune riceverà oltre 78 milioni di euro, una cifra che si concretizza nella possibilità di offrire ai nostri cittadini servizi sempre più di qualità, dalla scuola al sociale, dal trasporto pubblico alla tutela dell’ambiente”. Secondo la sindaca “i dividendi consentono di tenere in protezione la città in termini di servizi per gli anziani, per le famiglie, per chi è fragile.”

A giudicare dalle sempre più gravi problematiche locali di cui ci siamo ampiamente occupati nel corso di questi mesi, non sembrerebbe proprio.

Castelletti ha concluso la sviolinata affermando che il Comune continuerà a marciare “con A2A al fianco come partner solido e affidabile per lo sviluppo del territorio e il benessere della comunità.”

NECESSITA’ DI UN RIEQUILIBRIO

Una situazione così macroscopicamente squilibrata, con una sindaca in pratica sottomessa ad una società quotata sul mercato, in balia a sua volta delle fluttuazioni del mercato stesso, necessita di una presa di coscienza e di una mobilitazione dell’opinione pubblica.

E’ infatti estremamente pericoloso per i cittadini essere legati in questo modo all’A2A.

“Potere al Popolo!” di Brescia e Provincia (ma crediamo di esprimere una sensazione molto diffusa) constata che quello dell’ amministratore delegato dell’A2A è tra i mestieri più semplici di questo mondo.    

Basta fare decollare le tariffe. Essendo un’azienda che opera in regime di monopolio per alcuni servizi e di oligopolio per altri, chi abita a Brescia non ha molte scelte: si adegua o gli si stacca l’utenza.

Non si può dunque continuare a tacere di fronte ad una azienda che realizza mega utili mentre le bollette continuano a crescere.

Aumenta la Tari, aumenta il teleriscaldamento (anche se i picchi del 2022-2023 non sono stati raggiunti nel 2024- come afferma Castelletti-, ma sai che consolazione), aumentano i biglietti dell’autobus…

Il Comune di Brescia è una società privata che fa finanza o un’amministrazione pubblica? Principale azionista della multiutility, inizi a fare il proprio lavoro, ossia difendere gli interessi dei cittadini e non quelli dei manager.

UNA PROPOSTA DI RIFORMA

Ci rendiamo conto che di fronte ad una condizione di simile rilevanza non basta la critica, ci vuole anche la proposta.

A tale proposito, “Potere al Popolo!” non può far altro che rilanciare le idee che già da tempo ha espresso in merito alla questione.

Due sono gli essenziali provvedimenti di riforma che si potrebbero adottare nel medio e lungo periodo:

  • ricondurre in una prima fase la missione dell’ A2A ad una funzione sociale ristabilendo un ruolo di indirizzo e di controllo, oggi completamente assente, da parte dell’amministrazione comunale e una decisiva partecipazione di quest’ ultima nella definizione delle linee strategiche dell’azienda tenuto conto della sua natura di società per azioni;
  • realizzare compiutamente in una seconda fase, dopo un’ attenta analisi delle modalità della complessa ma realizzabile operazione, una radicale modifica dell’orientamento sociale trasformando l’assetto giuridico dell’azienda in quello  di “azienda speciale” di proprietà pubblica.

Nel frattempo e nell’ immediato dovrebbero essere adottati i seguenti interventi:

  • utilizzare i formidabili superprofitti contabilizzati a bilancio per ridurre le bollette del gas e dell’energia elettrica che stanno vessando e mettendo in ginocchio migliaia di cittadini;
  • attrezzare l’inceneritore con un sistema innovativo  di “cattura della CO2” di cui ormai sono dotati i più evoluti impianti europei, in previsione, anche, dell’estensione dell’ETS (Emission Trading System) agli impianti di incenerimento;
  • chiudere la terza linea dell’inceneritore;

FILIPPO RONCHI