IL DISASTRO DEI PRECARI DELLA SCUOLA A BRESCIA

Settembre, per i lavoratori della scuola, vuol dire riunioni, consigli di classe, programmazione delle attività in vista dell’inizio dell’anno.
Ma soprattutto, per i tanti docenti precari (250.000 su meno di un milione di insegnanti, ne abbiamo parlato qui https://poterealpopolo.org/un-insegnante-su-quattro-precario-ragione-sconvolgente ), vuol dire un vortice di graduatorie, attese snervanti, viaggi – spesso da un capo all’altro della penisola – organizzati in tutta fretta per prendere servizio. E’ la storia personale di molti di noi: sacrifici economici, esistenziali e familiari, mentre si succedevano governi di tutti i colori che non hanno mai voluto investire nella scuola pubblica di qualità e in una reale lotta alla precarietà. Gli unici a guadagnarci sono gli enti privati che erogano corsi di formazione e titoli validi per avere maggiore punteggio e quindi probabilità in più di essere chiamati.    

In questo annuale balletto delle supplenze, la provincia di Brescia si è sempre distinta come capitale della precarietà scolastica, e anche quest’anno non ha fatto eccezione, con migliaia di cattedre vacanti. Quello che è successo in questi giorni, però, ha avuto dei risvolti particolarmente vergognosi che cerchiamo brevemente di ricostruire.

Dopo la pubblicazione delle graduatorie provinciali, alle 20.00 di sabato 31 agosto, circa tremila docenti hanno ricevuto la fatidica mail di convocazione che li invitava a presentarsi nella scuola assegnata alle 8.00 di lunedì 2 settembre. Il giorno e l’orario sono stati indicati come tassativi, pena l’annullamento della proposta di supplenza e l’impossibilità di ricevere ulteriori contratti per l’intero anno scolastico. Tralasciando l’assurdità e l’arbitrarietà di un preavviso così breve (che purtroppo  è prassi consolidata di ogni anno), sono saltati immediatamente agli occhi evidenti errori nelle assegnazioni, con punteggi sbagliati e cattedre stranamente non assegnate, per cui molti precari storici si sono ritrovati senza una supplenza. Inoltre, la decisione del ministero di riservare molti dei posti disponibili ai vincitori del concorso PNRR (non ancora concluso), unita al calo demografico e alla scelta di formare meno classi ma sempre più numerose (le famigerate classi-pollaio, altra emergenza che nessun governo ha mai affrontato), ha lasciato diversi docenti senza una cattedra.  Nonostante ciò, in tantissimi hanno affrontato un viaggio in fretta e furia e riorganizzato le proprie vite per firmare la presa di servizio.
 
Lunedì mattina, però, qualche minuto prima dell’apertura delle scuole, l’Ufficio Scolastico Territoriale (UST) di Brescia ha inviato una comunicazione in cui venivano annullate tutte le prese di servizio per effettuare dei non meglio precisati ulteriori controlli sulle cattedre disponibili. I docenti hanno scoperto solo in quel momento, dalle segreterie delle scuole in cui erano andati di buon mattino a firmare la presa di servizio, che tutto era bloccato fino a data da destinarsi. Oltre alla frustrazione e alla delusione, nel frattempo, chi era venuto da altre provincie è rimasto in attesa di conoscere il proprio destino senza uno stipendio e dovendo pagare un alloggio senza neanche la certezza che la proposta di supplenza venisse confermata.

A questo punto, la rabbia che da giorni serpeggiava sui social e tra i gruppi dei precari della scuola, è esplosa e, grazie al collettivo di insegnanti Assenze Ingiustificate (bisogna notare, purtroppo, la pressoché totale assenza di organizzazioni sindacali a supportare questa protesta), è stato organizzato un presidio di protesta molto partecipato nella mattinata di martedì 3 settembre.
Alla delegazione che ha ottenuto un colloquio con i dirigenti dell’Ufficio Scolastico Territoriale è stato riferito che alcune cattedre erano state “dimenticate” dall’algoritmo e che le assegnazioni sarebbero state rifatte a breve, ma che nulla sarebbe cambiato in ordine alle inesattezze riscontrate nelle graduatorie.
In serata un comunicato apparso sul sito dell’UST (https://brescia.istruzionelombardia.gov.it/wp-content/uploads/2024/09/AVVISO-signed.pdf)  ha poi minimizzato i problemi sostenendo che tutto stava procedendo “speditamente”, sorvolando sulla gravità della situazione, come se non si trattasse di giocare con le vite di professionisti senza i quali le scuole della nostra provincia rimarrebbero chiuse.

Finalmente nella serata di mercoledì 4 settembre sono arrivate le nuove convocazioni, quasi del tutto identiche alla precedente tornata annullata, ma questa volta con una finestra temporale più ampia per la presa di servizio. C’è stato però tempo per un’ultima, clamorosa beffa: un comunicato stampa, pubblicato contestualmente alle convocazioni dell’ufficio scolastico provinciale, che da una parte continuava a minimizzare gli errori e a sostenere che  fosse andato tutto bene, e dall’altra addirittura puntava il dito contro i docenti precari, colpevoli di aver preteso spiegazioni e di aver rivendicato i più elementari diritti con il loro presidio di protesta: sarebbero stati loro, a detta della dirigente dell’Ufficio Scolastico, ad autosabotarsi! Il comunicato è così assurdo e vergognoso che tra le chat e i gruppi social degli insegnanti, in molti si sono chiesti se non fosse un falso. Basta però andare sul sito ufficiale dell’UST a questo indirizzo https://brescia.istruzionelombardia.gov.it/wp-content/uploads/2024/09/Comunicato-stampa-4-sett-2024_UST-Brescia_Reclutamento-personale.pdf per constatare che la realtà ha superato ogni immaginazione. Questa la surreale chiusura del comunicato: “Non hanno agevolato il lavoro dell’Ufficio le manifestazioni di intemperanza di alcuni “dimostranti” “. Un comunicato che rivela tutto l’autoritarismo, la mentalità aziendalista e padronale che da anni si sta cercando di imporre alla scuola. Si cerca, con queste frasi e queste virgolette, di intimidire e sminuire la giusta protesta di una categoria che chiede dignità e che finalmente dopo anni sta lottando con unità e decisione contro una situazione insostenibile.

“Potere al Popolo!” di Brescia sarà a fianco dei docenti precari, ai quali esprime totale solidarietà, perché la loro lotta è la nostra lotta, quella di tutti coloro che credono nella dignità del lavoro, in una scuola pubblica di qualità per tutte e tutti.

REDAZIONE