LE MERAVIGLIE DEL PRIVATO
Studenti, lavoratori (operai soprattutto) e conducenti bresciani stanno sperimentando in questi ultimi mesi sulla loro pelle le meraviglie dell’efficienza e dell’efficacia della privatizzazione dei trasporti pubblici.
Da quando l’azienda “Arriva”, che gestisce la rete provinciale, è finita nelle grinfie di un fondo americano la cui denominazione è già tutto un programma, I Squared Capital (ossia “Io Capitale al quadrato”), guidato da ex-dirigenti senior presso Morgan Stanley, una delle più grandi banche d’affari del mondo, la situazione non fa che peggiorare. Gli squali formatisi nel magico mondo della finanza anglosassone non è che abbiano tanti scrupoli.
Le corse extraurbane continuano a saltare in maniera estemporanea. Ne erano sparite 320 solo in settembre e da allora le cose non sono granché migliorate, tra le continue proteste degli utenti. Si è giunti addirittura ad episodi di aggressioni degli autisti trasformati in capro espiatorio dai passeggeri esasperati per i disservizi, ma in realtà vittime anch’ essi dell’ istinto predatorio dei lupi cresciuti a Wall Street,
Perfino Giancarlo Gentilini, presidente dell’ Agenzia di Trasporto Pubblico Locale (TPL), nonché sacro difensore della proprietà e delle scelte della proprietà, si è trovato costretto ad intervenire. Ha denunciato infatti in un incontro con i dirigenti di “Arriva” “l’inaccettabilità del calo di prestazioni adottato senza informarci prima, e al di fuori dei tagli di corse concordati scardinando ogni azione preventiva”. Finanche a lui è venuto “il dubbio che l’intenzione di “Arriva” sia di ottenere più utili facendo il meno possibile, ed è lecito chiedere a un’azienda che fa utili di investire di più sul bacino bresciano”.
In tipico stile pubblicitario americano, i manager dell’azienda hanno ribattuto evidenziando “sia un progressivo miglioramento della qualità del servizio, sia una incidenza delle soppressioni in realtà minima sul numero delle corse totali”, sparando numeri mirabolanti: ogni giorno servizi per complessivi 60 mila chilometri su una rete articolata e complessa, strutturata con circa 40 depositi e organizzata in 60 linee per un’estensione di 1.830 km.. Solo che prima dell’ arrivo di “Arriva” tutta questa baracca funzionava, con un po’ di affanno magari, ma funzionava, adesso è un disastro.
TAGLI E ANCORA TAGLI
Delle 780 mila corse annue gestite da “Arriva” con “Trasporti Brescia Sud e Nord”, a causa della mancanza di autisti nel 2023 ne sono state tagliate in modo concordato circa quattromila (pari a 300 mila chilometri), “per renderle strutturali e ridurre i disagi” (?)… Nel settembre scorso, però, ne sono saltate altre 320 a caso, in pratica senza preavviso. In termini percentuali- come sostengono i funzionari di “Arriva”- possono essere un nulla, ma 10 corse in meno al giorno danni ne fanno.
Anzi, per la verità, in totale, a settembre, le corse non effettuate sono state 1.040 (22 mila chilometri) per guasti, per i due scioperi dei lavoratori dell’ azienda che non hanno a disposizione ormai altro strumento per reagire al regime vessatorio cui sono sottoposti, eccetera. Quelle che proprio non tornano restano le 320 senza motivo e le altre che sono continuate a saltare anche ad ottobre, creando forti disagi e scatenando proteste. L’ ottimo Gentilini invoca “un criterio di reciprocità e rispetto dei ruoli e delle regole a norma di contratti in essere”. Abbiamo l’impressione che non abbia capito, o finga di non capire, con chi ha a che fare.
Tra le gravi disfunzioni in atto, peraltro, c’è che “Arriva”, senza informare l’ Agenzia TPL, ha scelto di segnalare solo il giorno prima le corse che saltano, riadottando un criterio utilizzato durante il Covid e poi archiviato. Così per l’Agenzia risulta anche difficile capire in quale parte del bacino provinciale si verifichino i maggiori disagi, perché le corse saltano ora qui ora là senza possibilità di prevederlo. I vertici aziendali ribattono che “i disservizi che possono verificarsi sono monitorati e le relative informazioni vengono messe a disposizione del pubblico sul sito aziendale nel minor tempo possibile”.
SMANTELLAMENTO DI UNA STRUTTURA
Ecco appunto, il sito. Il sito è quel che resta di un’organizzazione aziendale che è stata pressoché smantellata per risparmiare sui costi ed aumentare i profitti. La sala operativa “non esiste più”, la gestione si fa “con meno addetti e con i controllori di zona che spesso guidano”, il call center “non sa neanche dove si trovano i bus”… E queste cose le afferma non un sindacalista rivoluzionario, ma sempre il moderato Gentilini.
Di tutto ciò, a farne le spese sono gli utenti e gli autisti sottoposti ad orari e prestazioni lavorative sempre più stressanti. Ora sono entrate in allarme pure le Comunità Montane, a partire da quella dell’ Alto Garda e della Valtrompia, che sembrano le zone più colpite da questo sfascio. Chiedono conto all’ Agenzia TPL di quanto sta succedendo e reclamano maggiore accuratezza dei servizi scolastici.
L’ EFFETTO FUSIONE
La fusione di Sia e Saia in “Arriva” dunque non ha migliorato la gestione e razionalizzato i servizi . Inoltre ha disarticolato l’azienda. La direzione è stata portata di fatto a Milano, mentre in precedenza l’organizzazione dei trasporti pubblici faceva del decentramento dei suoi tanti depositi l’arma vincente per effettuare una capillare offerta di servizi. “Arriva” si sente però “scudata” dalle garanzie di concessioni incontendibili e supportate oltretutto dai sussidi pubblici. Sicché i sistemi che sta utilizzando le hanno consentito di chiudere nel 2022 il bilancio con 12 milioni di utili. Da tempo la carenza di autisti dovuta a salari bassi, alta responsabilità alla guida, insicurezza e normativa di lavoro pesante è stata l’alibi dei tagli alle corse e della riduzione delle frequenze con un peggioramento della qualità del servizio generalizzata. Adesso però la misura è colma.
ANCHE IL GOVERNO SI METTE IN MEZZO A PEGGIORARE LA SITUAZIONE
Tanto più che ad aggravare la situazione dei trasporti in generale anche in città è giunta la notizia di un’ ipotesi di taglio da parte del Governo Meloni da un milione di euro all’anno per la gestione della metropolitana di Brescia. E’ previsto infatti un calo da 10 a 9 milioni per il prossimo triennio di trasferimenti statali.
Lo Stato- durante il Governo Conte II- si era impegnato dal 2021 a contribuire per un decennio alla gestione della metropolitana di Brescia, dopo il rifiuto di Regione Lombardia di erogare un contributo per il funzionamento della struttura. Le ritorsioni dell’ ultradestra che adesso- essendo al potere al centro e in periferia- ne approfitta per prendersi le sue miserabili vendette contro le roccaforti urbane del centrosinistra, contribuiscono quindi a deteriorare ulteriormente le condizioni del trasporto pubblico nel Bresciano.
LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DEL SETTORE: UNA LOTTA ESEMPLARE
A questo punto, decisiva risulterà la lotta intrapresa dai lavoratori. Un primo duro sciopero nazionale di 24 ore indetto da FILTCGIL, FIT-CISL, UIL-UILT, UGL FNA, FAISA-CISAL, è previsto per venerdì 8 novembre 2024. Per quanto concerne Brescia, metro in funzione dalle 6 alle 9 e dalle ore 11.30 alle ore 14.30. Per i bus non sono previste fasce di garanzia, assicurate solo alcune corse. Non era mai accaduto prima, a testimonianza della gravità della vertenza in atto.
Anche “Arriva”- ovviamente- comunica che, a causa dello sciopero, potrebbero verificarsi cancellazioni e disagi sull’intero arco della giornata e per tutta la durata dello sciopero, pure sulle corse scolastiche normalmente garantite nei precedenti scioperi di settore. Saranno assicurati solo i servizi minimi essenziali. Non osiamo immaginarci le scene.
A questa prima astensione dal lavoro, ne seguirà un’altra entro la fine del mese proclamata dai sindacati di base.
A livello locale, i lavoratori hanno già da tempo formulato la loro proposta di superamento della crisi. Il primo passo consiste nell’ assunzione di nuovi autisti, contestualmente a nuove modalità di impegno e stipendi maggiorati, che rendano più umane le condizioni di lavoro e incentivino i giovani ad intraprendere questo tipo di carriera.
Ma soprattutto la proposta di soluzione avanzata dagli addetti è quella della costituzione di una grande compagnia di trasporti pubblica che tenga insieme l’urbano e l’extraurbano. Cosa che ha già fatto inorridire Gentilini, che si è subito trincerato dietro le normative dell’ Unione Europea e della Regione Lombardia. Ma sappiamo bene che alternative non ce ne sono. “Potere al Popolo!” di Brescia e Provincia rinnova la sua piena solidarietà a tutti i lavoratori in lotta.
FRANCESCO ROVARICH