Anche il Pride del 2024 a Brescia è trascorso come di consueto negli ultimi anni: una giornata allegra senza incidenti con ampia partecipazione della popolazione, in special modo giovanile, a dimostrazione che si possono fare lotte politiche anche con il sorriso, divertendosi e senza violenza.
Accanto alle bandiere della nota associazione Arcigay, c’erano altre associazioni afferenti al mondo Lgbtqa+.
Al fine di divulgare meglio queste realtà ne cito brevemente alcune: “Aristofane”, un centro contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere; “Agedo”, Associazione di genitori, parenti e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender; “Famiglie Arcobaleno” che come dice il nome raggruppa genitori LGBTQIA+, in coppia, single o separati; “Colazione da Tiffany”, un gruppo di incontro rivolto a persone Trans sex worker.
Con mia sorpresa ho intravisto anche fenomeni kink come un gruppo di ragazzi puppy play e alcune coppie bdsm. Sarà interessante vedere nei prossimi anni se l’inserimento delle parafilie sarà strutturale al gay pride. Del resto il nuovo termine per indicare la comunità non è più LGBT ma il già citato LGBTQIA+ che prevede anche queer, intersessuali e asessuali. Con quel + finale che lascia un’apertura ad altri tipi di sessualità non esplicitati e quindi massimamente flessibile.
Vi erano poi alcuni stand.
Alcuni gestiti da associazioni fortemente legati alle problematiche sessuali e di genere: c’era il “Gazebo Viola” dedicato a diffondere materiale informativo per contrastare la violenza di genere e vi era il “Bresciacheckpoint” dedicato alla salute sessuale (prevenzione sifilide e hiv in particolare).
Altri erano slegati dalla tematica sessuale e di genere. Vi erano i sanitari per Gaza (una grande bandiera palestinese ha marciato anche nel corteo) e la CGIL impegnata nella raccolta di firme contro l’autonomia differenziata. Non è affatto scontato avere tematiche “fuori contesto”, perché spesso i movimenti si possono dividere su questioni non inerenti al proprio progetto associativo. Si pensi ad esempio alla diversità sensibilità della “Sinistra rossa” e dell’area liberale sul tema Israele – Palestina, anche se entrambi sono inseriti nelle associazioni per i diritti LGBTQIA+.
Quindi una scelta non banale e coraggiosa da parte degli organizzatori.
Di questa giornata rimane quindi accanto alla musica, alle danze, al gusto della teatralità, allo stare insieme mobilitando migliaia di persone (evento raro in tempi di riflusso della partecipazione alle istanze collettive), anche un forte impegno per migliorare il presente.
FILOMENO VISCIDO