Apprendiamo con sgomento che la zia di Mariam Ghassan, attivista dei “Giovani Palestinesi d’ Italia” e del “Coordinamento Palestina di Brescia”- che “Brescia del Popolo” aveva intervistato pochi giorni fa- è stata uccisa da un militare israeliano in Cisgiordania.
La donna – insieme al marito e al cugino – era impegnata a raccogliere le olive in un campo del paese di Faqqua vicino a Jenin. Avevano avuto il permesso dalle autorità militari degli occupanti israeliani a farlo, mantenendosi a cento metri di distanza dal muro divisorio dell’ apartheid eretto dallo Stato Ebraico. Erano a più di cento metri, quando improvvisamente da una camionetta di passaggio delle cosiddette Forze di Difesa di Israele sono partiti alcuni colpi. La donna ed i suoi parenti si sono subito allontanati prendendo le loro povere cose, ma i soldati hanno continuato a sparare ed uno di loro ha colpito la donna al polmone uccidendola.
“Mia zia è una martire, fa onore a lei e alla nostra famiglia e ci fa capire che la resistenza è davvero una resistenza giornaliera che significa semplicemente esistere e che l’occupazione c’è e va affrontata”, ha dichiarato Mariam.
Anche la redazione di “Brescia del Popolo” si unisce al dolore del momento, porgendo le più sentite condoglianze a lei e alla famiglia. Noi manifestiamo per la Palestina accanto alle nostre sorelle e fratelli palestinesi, ma non sempre abbiamo presente che ognuna e ognuno di loro ha una parte di sé che subisce i colpi quotidiani del genocidio israeliano. Mariam oggi ce lo testimonia…
Questo che ci tocca da vicino è l’ennesimo crimine perpetrato ai danni di civili inermi da parte delle soldatesche dell’ IDF. Tali crimini fanno parte di una precisa politica stragista, che sta provocando da più di un anno un massacro ininterrotto di decine di migliaia di innocenti bambini, donne, anziani, malati .
Una conferma tragica del fatto che Israele non è una democrazia, ma uno Stato razzista che scatena il terrorismo in divisa per cacciare i palestinesi dalla loro terra, uno “Stato di fatto” che non definisce i suoi confini, uno Stato senza Costituzione nè scritta nè consuetudinaria, in cui non è garantita l’ indipendenza del potere giudiziario e dove il solo potere esecutivo è contendibile tra fazioni appartenenti alla medesima matrice ideologica, il sionismo.
Per questo ogni resistenza è giusta.
REDAZIONE